Alloggi universitari, il problema non è solo a Milano: negli studentati pubblici c’è posto solo per il 5% dei fuori sede

La disponibilità di posti letto per gli studenti che frequentano l’università lontano da casa è fortemente insufficiente in quasi tutta Italia. Negli studentati, pubblici o privati, può essere ospitata solo una piccola parte di loro.

Ha fatto clamore l’episodio della studentessa che, per protesta contro il caro-affitti a cui devono sottostare gli universitari fuori sede, ha deciso di dormire in tenda davanti al suo ateneo, il Politecnico di Milano. La vicenda ha acceso i riflettori, ancora una volta, non solo sui prezzi esorbitanti del mercato immobiliare di alcune città italiane, in particolare del capoluogo meneghino, ma anche sull’annoso problema dell’insufficienza di strutture adatte ad accogliere gli studenti che inseguono la laurea lontani dal luogo di residenza e a garantire loro il diritto all’istruzione.

Nello stesso giorno, il MUR ha confermato di voler raggiungere e superare l’ambizioso obiettivo, previsto dal PNRR, di aumentare di circa 60.000 unità i posti disponibili entro il 2026.

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Il che vorrebbe dire quasi triplicare i volumi rispetto al punto di partenza, almeno stando a quanto delineato dai calcoli del CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) che, nel suo ultimo Rapporto sulla condizione studentesca sottolinea come, a livello nazionale, solamente 36.478 studenti possono contare su un alloggio d’ateneo, a fronte di una richiesta potenziale di circa 764 mila sistemazioni. In pratica, meno del 5% ha la fortuna di abitare in uno studentato pubblico. Anche volendo considerare “generosa” la stima dei fuori sede elaborata dal CNSU, che include anche potenziali pendolari tra province o regione attigue, la sproporzione è comunque evidente.

Posti letto universitari: la situazione è difficile da Nord a Sud

Se si analizza la situazione a livello regionale, si evidenziano realtà quasi drammatiche. Secondo il CNSU, ad esempio, in Molise non figura alcuna disponibilità di posti letto universitari per i 3.627 studenti fuori sede. In termini percentuali, la situazione è poco migliore in tante altre Regioni. Come in Abruzzo, dove è coperto solo l’1,54% del fabbisogno (25.441 studenti fuori sede, appena 391 alloggi).

Ancora più significativo il dato della Campania, dove ci sono solamente 1.376 alloggi per 58.493 studenti fuori sede (il 2,35% del fabbisogno). Situazione simile si registra in Veneto (3,2%, ovvero 2.395 posti per 74.330 studenti), nel Lazio (3,53%, che si traduce in 2.088 alloggi pubblici disponibili per 59.219 fuori sede), in Basilicata (3,66%), in Emilia Romagna (3,90%), in Piemonte (3,92%). Restano sotto la poco onorevole media del 5% anche la Sicilia (4,41% di posti letto regionali) e la Lombardia (5.211 alloggi pubblici per 123.148 studenti).

In Umbria e Calabria si assicura il posto letto a 1 studente fuori sede su 10

A superare il dato medio, seppur di poco, sono la Toscana (che non va oltre il 6,04% di disponibilità), la Puglia (che arriva al 6,22%), il Friuli Venezia Giulia (è al 6,40%), la Sardegna (al 6,54%). Leggermente meglio fa la Liguria, dove i posti letto sono garantiti per l’8,57% dei fuori sede. Doppiano la soglia nazionale le Marche (9,72%) e il Trentino – Alto Adige (9,99%).

Alla fine, le uniche due Regioni che hanno un alloggio per almeno 1 studente fuori sede su 10 risultano l’Umbria (1.050 posti per 10.181 studenti, che coprono il 10,31% del fabbisogno) e la Calabria (2.114 posti per 18.077 studenti, che coprono l’11,69% del fabbisogno). La Valle d’Aosta non è stata censita.

Le associazioni studentesche chiedono un intervento politico

Il caso della studentessa a Milano, quindi, non è isolato. Ed è anche per questo che la sua storia ha scatenato non poche reazioni. Tra cui quella di UdU – l’Unione degli Universitari – che ha preso la palla al balzo per rinnovare l’invito alle istituzioni a prendere in considerazione le 10 proposte sulla condizione abitativa degli studenti della Lombardia.

Marta Andreoletti, coordinatrice di UDU Milano, le spiega così: “Abbiamo proposto di istituire un apposito fondo a sostegno degli studenti fuorisede più bisognosi, accelerando la realizzazione di nuovi studentati. Abbiamo anche proposto di istituire un osservatorio regionale sulla condizione abitativa che potesse interagire con la Regione e le istituzioni locali. Il caso di Ilaria è servito: finalmente dal dialogo con la Giunta Regionale e l’Assessorato alla Casa è emersa la reciproca volontà di muoversi verso la creazione di un tavolo regionale che tratti questa tematica in maniera strutturata e il più risolutiva possibile. Siamo contenti dell’interesse dimostrato, che segue quello del Comune di Milano con il quale avevamo già ottenuto un tavolo diversi mesi fa. Ora serve la massima celerità per soluzioni concrete ed efficaci”.

“Non siamo stati ascoltati e la situazione non ha fatto che peggiorare”, sottolinea Simone Agutoli, sempre dell’UdU dell’Unione degli Universitari. “Da una parte – dice – denunciamo come in Italia ci siano soltanto 40mila posti letto nelle residenze universitarie, in Lombardia meno di 9mila a fronte degli oltre 100mila studenti fuorisede presenti in regione. E chi si rivolge al mercato privato degli affitti deve affrontare canoni fuori controllo, a causa di un mercato senza regole. Milano vive poi una situazione particolarmente drammatica e diventa ogni anno meno accessibile. Chiediamo al Governo nelle figure del Ministro Salvini e della Ministra Bernini di intervenire urgentemente, istituendo un tavolo con le parti sociali al fine di individuare soluzioni concrete, implementando serie politiche abitative”.

Il Ministero: in futuro circa 14mila posti letto in più

Non si è fatta attendere la risposta del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha ricordato come il Governo “considera il diritto allo studio una priorità” e che, tra gli interventi previsti per potenziare il numero di posti letto per gli studenti universitari, con la Legge di Bilancio 2023 ha rifinanziato il Fondo della legge 338 con 400 milioni aggiuntivi in tre anni. Risorse che si sommano a quelle ordinarie, per un totale di 567 milioni di euro: grazie a questi fondi, si stima che nei prossimi anni potranno essere realizzati circa 14mila posti letto in più per gli studenti. Con la stessa Legge – fa sapere il MUR – sono stati poi stanziati 500 milioni di euro, in due anni, per aumentare il numero e l’importo delle borse di studio.

Ma la vera differenza, rispetto alla situazione attuale, potrebbe arrivare grazie al PNRR: il Piano, infatti, destina 960 milioni di euro per la creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 30 giugno 2026. Nel dettaglio, il primo intervento, già realizzato entro l’inizio del 2023, ha portato alla creazione di posti letto tramite procedure di acquisto o di locazione di lungo termine. Con 300 milioni di euro sono stati creati 8.581 posti letto aggiuntivi, di cui 7.524 già assegnati a studenti universitari. Di questi, 2.173 sono stati realizzati da Enti DSU e Università, e assegnati agli studenti tramite graduatorie per il diritto allo studio. La parte restante, pari a 5.840 posti letto, è stata realizzata con altre tipologie di ospitalità studentesca (ad esempio Collegi di merito, Fondazioni, etc.).

Il secondo intervento, di più ampio respiro, prevede la creazione di 52.500 posti letto a cui saranno destinati 660 milioni di euro. In questo caso, lo stesso PNRR prevede l’ingresso degli operatori privati all’interno del mercato. Il sostegno finanziario sarà relativo alla gestione delle residenze universitarie da parte di operatori qualificati, ma non riguarderà spese per la costruzione, la ristrutturazione, l’acquisto o la locazione di immobili da adibire a residenze universitarie. La misura prevede l’obbligo, per chi realizzerà le residenze universitarie e vorrà accedere alle risorse, dell’applicazione agli studenti di una tariffa calmierata rispetto ai corrispettivi medi di mercato. Questi saranno individuati dal MUR stesso su base regionale attraverso un apposito tavolo tecnico, al fine di garantire l’applicazione di tariffe calmierate a cui si applicherà una riduzione del 15%.

Fonte: skuola.net
Autore: Marcello G.